INTERVISTA CARENZIO
Oggi vi presentiamo un’azienda che nasce all’inizio del 900, produttori di riso in famiglia

  • Come nasce la sua azienda?
    La mia azienda appartiene alla mia famiglia da tre generazioni.
    Abbiamo 36 ettari di campi di riso.
    Oltre a produrre riso avevamo anche le mucche da latte, poi negli anni abbiamo capito che bisognava trasformarsi in qualcosa di diverso, per cui nel 2005 abbiamo deciso di fare una trasformazione, anziché vendere semplicemente il risone, abbiamo cominciato a lavorarlo per renderlo come il riso che conosciamo tutti e abbiamo iniziato con la vendita diretta, quindi abbiamo aperto uno spaccio, riseria, ecc…
    L’azienda nasce nel 1900, con il padre di mio suocero, che è del 1921.
    Tutta la nostra famiglia è da sempre appassionata di questo lavoro e recentemente è subentrato anche mio figlio, che nel 2014 ha avuto l’idea di fare le gallette di riso e verdure e così abbiamo acquistato una gallettatrice. Da agricoli siamo stati pionieri, partecipando agli Oscar Green di regione Lombardia, che abbiamo recentemente vinto, appunto grazie alle gallette di riso e verdure disidratate.
    Il passaggio generazionale è utile per portare avanti questa storia familiare e per far subentrare un po’ di innovazione. Il nostro punto di forza sicuramente è il fatto di fare tutto da noi, dalla semina all’insacchettatura. Non è facile, ma dà tanta soddisfazione, perché i clienti apprezzano questa nostra qualità.
  • Su quali valori si fonda la vostra azienda?
    Il primo valore a cui teniamo tanto è sicuramente quello familiare, noi ci teniamo a restare “piccoli”, perché il prodotto è più curato, e poi logicamente si sta attenti, noi possiamo considerarci tra i primi ad approcciarsi ad un’agricoltura più sostenibile, quindi tenere bene le rive per la ripopolazione delle rane, fare una minima lavorazione, ma è già da più di 10 anni che facciamo questo. Insomma quello che si può fare, si fa. Stare attenti anche in riseria, tenere tutto pulito.
    È importante lavorare bene per soddisfare i clienti. 
  • Che rapporto avete con i vostri clienti?
    Il rapporto con il cliente non è soltanto un rapporto di fidelizzazione ma diventa anche un rapporto di amicizia. Essendo vicini agli ospedali, capita spesso il cliente che ha un parente in cura. Viene una volta, poi due, poi tre, e poi ogni volta che hanno dei controlli da fare in ospedale, vanno avanti con la loro storia di malattia e quant’altro è chiaro che poi si va a creare quel rapporto che va al di là della sola vendita. Per noi è importante l’empatia, e il rapporto con le persone.
    Poi quando vengono e ci chiedono di fargli vedere la produzione, insomma la nostra realtà, per noi è una bellissima soddisfazione. 
  • Che cosa significa per lei far parte di una filiera certificata come Carnaroli da Carnaroli pavese?
    Sicuramente è una garanzia a dimostrazione del fatto che è un prodotto serio, sempre controllato. Al cliente che decide di acquistare questo prodotto puoi garantire che il riso dentro al sacchetto è esattamente quello. Quindi è talmente tutto monitorato nelle varie fasi, dalla semina all’insacchettatura che è una certezza assoluta. Per noi è un punto di forza, un valore aggiunto. Anche quando viene il cliente nuovo, raccontiamo tutta la storia e la produzione, ci teniamo.
    Il riso Carnaroli non è un riso facile da coltivare, e ha bisogno di una certificazione per evitare che una qualità similare venga scambiata per il vero Carnaroli, che come sappiamo è una qualità che richiede particolari attenzioni, soffre il caldo, il freddo e anche altri fattori